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Chirurgia Estetica: sempre più ritocchi da ‘Selfie’

In un mondo in cui l’apparenza è tutto, è sempre più frequente il desiderio di apparire al meglio, spesso anche ricorrendo alla Chirurgia Estetica e Plastica: sono soprattutto i millennials – ovvero i giovani nati fra i primi anni ottanta e il duemila – a risentire di questa corsa alla “bellezza a tutti i costi”, scegliendo di ricorrere all’aiuto del chirurgo dopo aver osservato le proprie foto, nelle quali individuano i difetti estetici più disparati (e spesso inesistenti).

Uno studio del SIME (Società Italiana di Medicina Estetica) rivela infatti che spesso i pazienti, anche molto giovani, si recano dal chirurgo estetico portando con sé i propri selfie, per mostrare i difetti fisici da correggere. Il più delle volte, però, si tratta di problematiche inesistenti dal momento che la foto è scattata da angolature sbagliate o con luci non idonee e diventa compito del professionista spiegare al paziente come quei presunti difetti siano in realtà frutto semplicemente di un selfie mal riuscito.

Un altro problema dell’era dei social e della bellezza virtuale è rappresentato dalle app che permettono un fotoritocco istantaneo: pelle perfetta, nessun inestetismo e corpi tonici diventano per i giovani e i giovanissimi obiettivi da raggiungere anche nella realtà, ricorrendo proprio alla chirurgia estetica.

Una tendenza sulla quale, purtroppo, diversi medici estetici marciano e che utilizzano per farsi pubblicità, promettendo risultati miracolosi e duraturi, facendo leva proprio sulle debolezze e le insicurezze dei più giovani, incantati dai canoni di quella bellezza “perfetta” che la società ci impone.

Una strada “facile” per diventare quello che vogliamo apparire agli occhi degli altri, ma che in realtà non siamo e non fa parte di noi. «C’è una richiesta sempre maggiore di filler e botox in pazienti poco più che ventenni – afferma il dottor Pietro Gentile, specialista in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica all’Università di Tor Vergata a Roma – Anche le minorenni sono in ascesa, a dir la verità, ma lì sta all’etica del medico mandarle via». E non si tratta di un capriccio di pochi: secondo gli esperti è un fenomeno trasversale, che riguarda sia i ricchi “figli di papà” così come i giovani che provengono da famiglie di condizione economica modesta, tanto al Nord quanto al Sud della penisola.

Una tendenza spesso incoraggiata perfino dai genitori, che assecondano le richieste dei figli (e soprattutto delle figlie) di entrare in questo vortice poco sano, anche perché il chirurgo non è visto più come un professionista da scegliere con le dovute cautele, ma viene trovato a caso sul web in base alle recensioni dei pazienti e alle foto degli interventi realizzati in precedenza.

Tra i ritocchi più richiesti tra le ragazze nel nostro paese ci sono la mastoplastica additiva, la rinoplastica e la liposuzione, anche quando non risultano affatto necessarie. I ragazzi, invece, puntano per lo più su ritocchi contro la calvizie e l’alopecia e anche in questo caso il più delle volte non sarebbero necessari.

Insomma, parliamo di interventi spesso anche complicati e con possibili ripercussioni sulla salute, se non eseguiti nel modo corretto, che devono quindi essere valutati attentamente e realizzati da esperti competenti; per questo motivo non mancano i medici che rifiutano di operare pazienti troppo giovani mentre negli Stati Uniti, a fronte di richieste insistenti e ripetute di “ritocchini”, i chirurghi hanno la facoltà di richiedere una perizia psicologia sui pazienti.

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