Dipendenza dall’alcol, smettere con un farmaco
Nalmefene, il farmaco per guarire dalla dipendenza dall’alcol
Si chiama nalmefene ed è il nuovo aiuto nella lotta all’alcol. È un modulatore degli oppidi. Agisce sul meccanismo cerebrale che ci regala piacere e soddisfazione quando beviamo. Riducendo il senso di ricompensa, abbassa il desiderio di bere. Non dà effetti collaterali e può essere una tappa importante verso la completa astensione. Non fa smettere di bere del tutto, infatti va assunto al bisogno, cioè prima di quelle situazioni in cui si sa che si è a rischio di un drink dietro l΄altro. Lo prescrive il medico e deve essere integrato da un sostegno psicologico. È prescrivibile solo dopo una diagnosi di reale dipendenza da alcol.
Dipendenza da alcol: quando si parla davvero di dipendenza
Quali sono le quantità di alcolici consumate abitualmente oltre le quali si può già parlare di dipendenza? Più di 60 g di alcol al giorno per gli uomini, più di 40 g per le donne. Siccome in un bicchiere di vino da 125 ml, in una birra da 330 cl, in 80 ml di aperitivo alcolico o in un bicchierino da 40 ml di superalcolico ci sono mediamente 12 grammi di alcol, si deduce che un uomo che beve più di 5 drink al giorno e una donna che supera i 3 sono ad alto rischio. I più deboli sono gli under 18. Oggi, a preoccuparci moltissimo sono i circa 500 mila giovani italiani, soprattutto under 18, che impugnano il bicchiere dell’aperitivo con la disinvoltura di assidui frequentatori di bar americani. E’ quindi molto importante che i genitori prestino attenzione ai primi segnali di abitudine all’alcol: improvviso calo nelle performance scolastiche, apparentemente non giustificato da altri motivi; difficoltà di risveglio al mattino; sbalzi d’umore. Soprattutto un’amplificazione del temperamento di base: chi è introverso tende a diventare depresso, chi è estroverso diventa aggressivo e agitato. Alito pesante: dopo una bevuta abbondante, l’alcol evapora attraverso il respiro per ore. Per confermare i sospetti, i genitori dovrebbero ispezionare la camera da letto del figlio: se il ragazzo (o la ragazza) beve abitualmente, spesso nasconde bottiglie, lattine etc etc.
Allarme rosso anche se il ragazzo rimane vittima di incidenti (in motorino, o in bici) di cui non riesce a dare una spiegazione plausibile. Un problema unisex secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Alcol, la dipendenza è in agguato anche per un milione e mezzo di adulti. A rischiare di più sono gli uomini e le donne in carriera, spesso manager, stressati dal loro ruolo sociale e dal fatto di dover mostrarsi sempre perfetti ed efficienti, sia sul fronte professionale sia su quello familiare. In questi casi, ecco i primi segnali di un consumo abituale (ed eccessivo) di bevande alcoliche. Uscire dall΄ufficio e concedersi subito un drink al bar per rilassarsi; sorseggiare alcolici prima dei pasti principali, magari mentre si sta cucinando; aver voglia di bere un goccetto al mattino, per carburare meglio. Tipica è l΄abitudine a chiedere un caffè corretto, anche a colazione. Rivelatori sono anche gli sbalzi d’umore. Chi beve appare più depresso, più agitato o troppo su di giri, rispetto al suo comportamento abituale. Minori performance sul lavoro, difficoltà di memoria e di concentrazione, frequenti episodi di distrazione. Incremento degli incidenti domestici e automobilistici, legati a un minor grado di vigilanza della mente.
Terapia del Nalmefene contro l’alcol dipendenza
A partire dal marzo scorso il nalmefene è stato inserito nel programma di liberazione dalla dipendenza Soft Therapy. Centro-pilota è il servizio day hospital di Psichiatria e Farmacodipendenza del Policlinico Gemelli di Roma. Oltre che della nuova e promettente molecola, il programma si avvale di gruppi di auto aiuto, condotti da ex alcolisti che hanno effettuato un training di counsellor e da medici. Al momento il farmaco non è dispensato dal SSN: una confezione da 14 compresse costa 95€. Ma l’Aifa dovrebbe esprimersi sulla sua rimborsabilità in autunno.